#3 "Io sono interessato alle cose nascoste"
Mi sento un’operaia del grande maestro David Lynch
“Il mondo è diventato una stanza rumorosa, il silenzio è il luogo magico in cui si realizza il processo creativo.”
— David Lynch
Ci sono film che segnano un momento, che lasciano un’impronta indelebile. Per me, Wild at Heart è uno di questi. È un film che ho visto, rivisto e rivedrei ancora, ogni volta con lo stesso trasporto. La prima volta lo guardai al Cinema Lumière di Bologna, e ricordo ogni dettaglio di quella giornata. Non fu solo una semplice proiezione: fu il giorno in cui incontrai David Lynch per la prima volta. Quel momento è rimasto impresso nella mia memoria come una scintilla: lo guardavo e sentivo di trovarmi davanti alla materializzazione del mondo a cui aspiravo.
L’incontro con quel film faceva parte del materiale di studio quando frequentavo il DAMS. Passavamo intere giornate al cinema, ma quello non fu un incontro formale, né la parte di un programma accademico. Quelle immagini mi aprirono una porta fatta di suoni e visioni, spalancando le porte dell’immaginazione.
Lascio alla musica l’evocazione di Lula (Laura Dern) and Sailor (Nicolas Cage), con una canzone che mi accompagna da allora.
Amo tutto di Lynch. Tutte le sue opere mi attraggono fatalmente, insieme al suo pensiero e al suo atteggiamento nei confronti della creatività e della vita stessa. Mi affascina tutto: il suo modo di parlare, le sue riflessioni, la sua presenza magnetica, la sua voce, la sua calligrafia, tutto. C’è qualcosa di profondamente autentico in lui, qualcosa che mi colpisce al cuore ogni volta che entro in contatto con una qualsiasi espressione del suo essere.
Lynch non è solo un regista: è un esploratore dell’animo umano, un ricercatore delle profondità più nascoste. Ed è per questo che, in qualche modo, mi sento un’operaia del suo grande cantiere creativo. Nella mia piccola ricerca, nelle mie scelte, sento sempre la sua impronta, come una guida silenziosa.
Il 15 gennaio 2025 David Lynch ha lasciato la terra, lasciandoci un’eredità immensa fatta di arte e ispirazione profonda. Il suo lavoro e il suo pensiero sono una fonte inesauribile di luce per chiunque desideri guardare oltre la superficie ed esplorare l’invisibile.
Non trovo le parole per esprimere tutta la gratitudine che provo per aver avuto il privilegio di vivere il suo stesso tempo e aver potuto assorbire la sua grandezza umana e artistica. Che grande regalo.
“Non saprei come raccontare la prima sensazione; è come trovarsi in un ascensore a cui all’improvviso tagliano i cavi: cominci a sprofondare, ma invece di schiantarti al suolo inizi a fluttuare nel vuoto.”
Una delle cose che più mi affascinano di Lynch è il suo rapporto con la meditazione. Se ho iniziato a meditare, è anche merito suo. Lynch la descrive come un viaggio interiore, un’esperienza capace di trasformare il modo in cui viviamo e percepiamo il mondo.
Questa immagine del lasciarsi andare mi colpisce. Rappresenta così bene il potere del silenzio e della connessione con se stessi: un fluttuare che dissolve ansie e tensioni, lasciando spazio a una visione più luminosa e armoniosa della vita. Mi risuona così tanto che ne ho fatto uno stile di vita, che provo, forse timidamente, a trasmettere nel mio lavoro.
Ieri, nella sfida dei 21 giorni che sto conducendo su instagram, ho cercato il silenzio. Silenzio, silenzio, silenzio. Ed è lì che voglio portare anche le persone che seguono il mio lavoro: in quel luogo intimo e potente dove la creatività nasce spontaneamente.
“Devi essere lucido per creare. Devi essere in grado di catturare le idee.”
Questa è una frase semplice ma contiene una verità che spesso dimentico. La creatività non nasce solo dal caos, ma soprattutto da uno spazio di chiarezza. È nel silenzio che possiamo ascoltare la nostra voce interiore, quella parte di noi che sa cosa desidera davvero esprimere.
“Il soffocante costume di gomma da clown della negatività”, così Lynch definisce la combinazione di rabbia e depressione che ostacola la creatività e la felicità. Quante volte mi sono sentita soffocare da quel costume? Quante volte le emozioni negative hanno messo a tacere il potenziale?
Riconosco queste parole, quando medito, è come immergermi in un oceano di soluzioni, un luogo dove tutto ciò che prima sembrava pesante, illusorio, oscuro, inizia a trasformarsi per poi dissolversi.
Meditare non significa semplicemente rilassarsi. È un processo attivo di scoperta, un modo per immergermi, da sola o con le persone, nel mondo interiore e risvegliare quella potenzialità che è già dentro e non vede l’ora di esprimersi. Lynch la chiama “la beatitudine: una felicità fisica, emotiva, mentale e spirituale che inizia a crescere dall’interno.”
“Appena inizi a meditare e a immergerti in te stesso, il costume da clown comincia a svanire. Ti rendi conto di quanto fosse maleodorante la puzza solo alla fine, quando inizia ad andare via. Poi, sparito il costume, sei libero.”
Ritrovare il contatto con la propria autenticità, essere liberə di creare, di esprimere, di vivere pienamente, questo mi interessa. Lynch dice che rabbia, depressione e dolore possono ispirare una storia, ma per un artista sono veleno. Bloccano il flusso della creatività e ci impediscono di entrare in sintonia con noi stessə e con il mondo.
Questa lucidità, questa libertà di essere veramente, nasce dalla capacità di ritagliarci uno spazio silenzioso nella confusione del mondo.
“Il film è mio e ci metto tutti i conigli che voglio!”
E così vorrei che fossero anche le mie giornate: uniche, personali, piene di ciò che amo e desidero creare, piene di tutti i conigli che voglio. E così voglio che sia anche questa newsletter, che da oggi includerà anche audio e contenuti dedicati alla meditazione, alla visualizzazione e agli esercizi. Lo riserverò a chi desidererà sostenerla, ma non oggi. Oggi è aperto a tutti e dura pochi minuti. Meditiamo insieme.
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